Racconto tratto dal periodico parrocchiale "Altaburg la Voce"
Nel 1915 sono una bambina di tre anni. abito in una delle case dei Sartori Poval, nella piazzetta oggi denominata della Madonna Pellegrina. ricordo, per sentito dire, che delle donne e dei bambini sono raggruppati dietro a quelle abitazioni. si alza una voce: "Senti, comare? Combattono all'arma bianca....Tap....Pum...Tap...Pum. E' il primo segno di guerra. La guerra scoppia davvero! RICORDO ancora i 40 soldati morti nel Forte Verena. Capisco, in seguito la tragica fine di questi giovani militari. le loro salme vengono portate nella nostra chiesa; il pavimento viene asciugato del sangue con le lenzuola, asciugamani, coperte dalle donne di Rotzo. Il conflitto causa subito dei primi disagi alle popolazioni. Ben lo capisco, fatta più grandicella, dalle persone anziane. Nel 1916 siamo tutti costretti a lasciare il nostro paese e scendere in pianura. Io mi risveglio a Vò Euganeo. Mi trovo in una grande piazza; attorno a me tante persone paesane. La mia famiglia viene alloggiata un pò fuori centro. Rimaniamo qui per tre anni. Poi ci trasferiscono a Piovene Rocchette. Ricordo con piacere questo periodo durante il quale i bambini vengono preparati alla santa cresima, sacramento ricevuto da Mons. Pellizzo. Nel 1920 ritorno in montagna, nel mio paese. Ritornano anche i soldati combattenti. Sono felici, ma disorientati. Cantano:"Reduci siam dell'Altopian, dal fronte ritorniam, ma quale sarà il domani ?"Ritornano alla vita normale, ma è una vita ancora tribolata fra tante difficoltà. Quasi tutto è distrutto!... Ruderi di case lungo le strade e tutte le case dei Sartori-Poval completamente rase al suolo. Anche la Chiesa Parrocchiale è quasi totalmente distrutta. in piedi è soltanto la chiesetta della Madonna Assunta. Un miracolo trovarla intatta dopo il tragico periodo do guerra. All'interno, però, manca il quadro della Madonna Assunta. Le famiglie trovano riparo nelle baracche di legno. Inizia la ricostruzione delle case. Ma non viene trascurata l'educazione religiosa e le prime lezioni di catechistiche vengono date dal cappellano don Giacomo Brandalise in una baracca costruita negli orti del Comune. Prima Confessione nella Chiesetta della Madonna Assunta, sacramento ricevuto dall'arciprete don Francesco Zecchinati. Il 12 giugno 1921 la prima Comunione nel teatro parrocchiale, provvisoria chiesa. Anche le lezioni delle scuole elementari si svolgono in una baracca. E' una lunga costruzione situata davanti alla casa di suor Gasperina e Argonne Dal Pozzo. Insegnante è la maestra Valente Teresina. La baracca è molto grande: è costruita su un terreno che si chiama in cimbro "Klamar-bisa" che vuol dire prato lungo. Nella parte verso Castelletto trovano rifugio anche delle famiglie. Molte le salme che si trovavano nei prati, negli scogli verso la Valdassa. Sono pietosamente raccolte e sepolte nel cimitero militare ove oggi si trova il campo sportivo. Io ricordo ancora le tombe; ognuna aveva una piccola croce e una piantina di fiori. Dopo qualche anno le salme sono trasferite in un altro cimitero militare e più tardi, quei poveri resti mortali, nel grande Monumento Ossario di Asiago. Attorno al paese, nei prati, nei campi, nei boschi, sul ciglio della Val d'Assa ci sono delle bombe inesplose. Degli artificeri sono presenti a Rotzo per disinnescare questi ordigni di guerra. Purtroppo, questo difficile e pericoloso compito causa delle vittime. Anche dei privati tentano questo rischioso lavoro per recuperare il materiale delle bombe, ma dei gravi incidenti portano lutto nelle famiglie e nel pese. Per la ricostruzione sono al lavoro degli operai provenienti da vari paesi, vicini e lontani. Desidero ricordare anche, come stravaganza del tempo, nel 1922 o 1923, esattamente il 23 giugno, che è nevicato: mezzo metro di neve in paese e ancor più in alta montagna. Quale sbalordimento! Le malghe sono già caricate da alcuni giorni. Le mandrie sono costrette a scendere in pianura. Passano per Rotzo. Dopo tre giorni ritornano in montagna.